Passeggiata in calesse col conte dal nome che non ricordo ma suona come “dadi, radi o maghi “.
Mi attacco a voi, signore
come un biroccio a forte bue, a spavaldo cavallo.
Conducetemi con l’impeto della vostra superba forza.
Scaldatemi col fiato delle vostre nobili narici che fumano in questa aria fredda e sorda.
E poi spiegatemi ciò che mai, fin qui, ho saputo capire.
Ditemi, di grazia, se siete un assassino o uno sporco ladro o perché mai, altrimenti, vi puzza così tanto il cuore.