Pietrone

Pietrone

Un tempo ero sguainato
Sensibile al tocco
Al fiato
Allo sfioramento
Soffrivo di sofferenza strutturale
E di scarica da dispersione
Consumato


Poi, un giorno
Sui miei fili scoperti
Ho fatto una gettata di cemento
Così, come viene viene
A secchi
A cardarelle
A betoniere


E stop
Non soffro più
E sono
E sto
Pietrone sono
E sto
E stop
 

Tranquillo me ne sto
Pietrone
Con vista tangenziale
Robusto all’urto
Al calpestio
Inerte all’urlo
Sordo al mormorio


Alieno all’euforia
Alla fatica estraneo
E al vocabolario
Usato a sfinimento
Deinde, super omnia
Senza più orecchie
E soprattutto occhi


Questa
La natura del pietrone
Che solo il tempo teme
O può temere
E l’erosione
Il futuro
Il destino del pietrone


Già
Niente dura sempre
La vita m’appartiene
E no
Non m’appartiene
Nel sonno del pietrone
Un dolore arriva immenso


E nuovo è
Questo mio dolore
Fresco, lancinante
Questo inedito soffrire
Al punto
Che mi ritrovo vivo
Prossimo a morire


Cos’altro c’è
Cos’altro vuoi
Che cosa vuoi capire
Che cosa vuoi sapere
La mia natura
Ho da sapere
Di cosa sono fatto, o ero


Di cosa sono fatto?
Di bambino sono fatto
E di ricordo
E di dolore
E di libellule azzurre
Dall’ali d’argento
Di mamma e luce bassa che filtra
Al pomeriggio

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